
Un recente caso arrivato fino in Cassazione ha visto condannato per atti persecutori a danno dei vicini il padrone di un pitbull che permetteva all’animale di girare liberamente nel giardino dei vicini, ingenerando in essi uno stato di timore tale da integrare il disposto dell’art. 612 bis del codice penale. Gli atti persecutori, quindi, possono manifestarsi in varie forme, tutte suscettibili di censura.