Il rapporto tra cessione del credito ed assemblea si basa, fondamentalmente, sul fatto che la cessione può essere concessa anche indirettamente al condominio, purché prima siano stare raccolte tutte le cessioni dei singoli condomini: ed ecco qui che si pone il (primo) problema. In presenza di condomini morosi, specie se estranei alla vita condominiale, il credito verrà concesso solo per le quote dei condomini che hanno aderito, con la conseguenza che le quote rimaste fuori non arriveranno mai. E, ovviamente, saranno i condomini in regola a dover sopperire alla mancanza, anticipando gli importi che spetterebbero ai morosi.
Questo problema, però, per quanto importante, può essere superato tramite una deliberazione assembleare inerente alla cessione del credito fiscale, da adottarsi col voto favorevole della maggioranza degli intervenuti che rappresentino almeno 1/3 del valore dell’edificio. Data la situazione delicata e i possibili interessi in gioco, risulta comunque necessario che l’amministratore cerchi di raccogliere preventivamente il consenso di una fetta più ampia possibile di condomini per evitare che un’eventuale impugnazione della delibera blocchi nuovamente tutto.
L’alternativa prospettabile a questo secondo punto è quella di stipulare un accordo preventivo tra condominio e banche che escluda dal prestito iniziale quei condomini che, nonostante la delibera, dichiarino di volersi impegnare direttamente col condominio, versando a lui le rispettive quote di spesa.