
La questione sul rispetto delle norme anticovid in condominio è attualmente, alquanto intricata non perché poco chiara ma perché, a tratti, quasi paradossale: partendo dall’obbligo delle mascherine nei luoghi chiusi (e, da poco, anche in quelli aperti), si nota come l’amministratore, in caso di mancato rispetto, possa soltanto ricordare ai condomini le norme in vigore. Stesso discorso vale in caso di condomini positivi: l’amministratore, se da un lato non può e non deve diffondere le loro generalità, non può neanche fare altro che esortarli al rispetto delle norme in vigore.
Per quanto concerne il green pass, siamo più o meno sullo stesso piano: se è vero che il green pass è obbligatorio per tutti coloro che lavorano all’interno del condominio sia stabilmente, sia temporaneamente, la normativa ci dice che il controllo del green pass spetta all’amministratore nei confronti dei lavoratori stabili (in quanto egli è il datore di lavoro) e alla ditta di riferimento per i lavoratori temporanei (non alle dipendenze del condominio ovviamente).
Infine, in caso di assemblea condominiale, se questa si tiene in un luogo esterno al condominio, la certificazione sarà obbligatoria sulla base delle leggi vigenti ma il controllo spetta al proprietario o al gestore dell’immobile. Se, invece, l’assemblea si tiene all’interno del condominio, non essendo questa un luogo di lavoro, la certificazione non sarà obbligatoria per i condomini (al più per l’amministratore).