IL NOSTRO PRESENTE, PASSATO E FUTURO SU QUATTRO RUOTE; TRA STORIA, DESIGN E INNOVAZIONE

L’auto è senza dubbio l’oggetto presente nella vita di tutti, a volte vissuta come una consuetudine, altre come un vero e proprio amore. Quanta storia e quanta vita su quattro ruote!!!
Per rendersi conto del ruolo da protagonista che l’auto ha nella nostra vita, (se vi fossero dubbi), è sufficiente visitare il Museo dell’Automobile di Torino (MAUTO), attualmente intitolato a Giovanni Agnelli, che ha sede a Torino ed è considerato tra i più importanti e antichi musei dell’automobile del mondo.
Nasce inizialmente come una mostra retrospettiva nell’ambito del Salone di Milano, per sondare l’interesse degli appassionati in vista di eventuali sviluppi, successivamente il 19 luglio 1933 la Città di Torino deliberò di fondare il museo, ottenendo l’approvazione del Capo del Governo, Benito Mussolini.
Ma bisogna arrivare al 1960 per una sede ufficiale.
La sede del Museo rappresenta un particolare esempio di architettura moderna. Il progetto è opera dell’architetto Amedeo Albertini. I due fattori presi in considerazione per l’avvio del progetto: la posizione panoramica verso il fiume Po e la collina, ed il particolare carattere del materiale da esporre, che non si adattava ad un ambiente raccolto e delimitato ma che evocava già di per sé il concetto di grandi spazi.
Lo stile dell’intervento è riconducibile all’architettura high-tech, sia negli esterni, sia negli interni.
IL PERCORSO
In questa interessante ambientazione è esposta una collezione permanente del museo che conta circa 200 vetture, prodotte tra il 1769 ed il 1996.
Premetto che non sono un’appassionata del mondo dell’auto ed ho iniziato il percorso espositivo con quel fare un po’ scettico di chi è lì per fare un favore…
Il percorso inizia al secondo piano, già da subito la scenografia e la contestualizzazione delle sale ci immerge in atmosfere lontane nel tempo, dove si percepisce il sorprendente ingegno umano in quel passaggio di fine 700’ dove, dalla carrozza trainata dai cavalli, si passa ad una carrozza senza più cavalli ma con un motore, seppur primordiale, ma che riesce a muoverla quasi per magia.
Anche se va detto, che Leonardo da Vinci, a suo tempo, qualcosa del genere aveva già provato a sperimentare, prima di perdere rovinosamente a briscola e scopa con Troisi e Benigni. “Oh Leonardooo!!”.
E poi via via queste carrozze prendono forma diventando autovetture, si evolvono nelle forme e nel motore, si arriva al 1899, nasce la FIAT e con lei abbiamo il primo modello Fiat di cui al mondo ne sono rimasti solo quattro.

Un particolare interessante quest’auto del 1913, modello ISOTTA FRASCHINI, elegante landaulet per una delle prime dame al volante. A fianco della vettura è esposta la patente conseguita dalla signora, anche grazie a questa patente di guida ne è stata fatta di strada,…se pensiamo alla nostra Samantha Cristoforetti!


Ma il percorso emoziona sempre più man mano che ci si avvicina a metà del 900 dove si iniziano a riconoscere le auto che hanno fatto parte della vita dei nostri nonni o dei nostri genitori, la Fiat 600, Fiat 850, Citroen DS Pallas (detta “Lo squalo”) ecc… o che ricordiamo perché divenute cult grazie a film famosi.
Senza dubbio l’area dedicata alle auto da corsa attrae in modo particolare, le auto scintillanti sotto uno studiato gioco di luci, emozionante la vista della scuderia che si profila davanti a noi e poi …la Ferrari di Villeneuve, un ricordo indelebile.

Al primo piano della mostra viene trattato in particolare il rapporto fra l’uomo e l’automobile, un’analisi attenta ed interessante che ci narra una parte integrante della nostra storia.

Chiude il percorso lo spazio dedicato al disegno industriale, è appassionante anche l’aspetto di evoluzione e studio del design industriale che raggiunge sempre più alti livelli, diventando la firma riconoscibile di importanti professionisti in questo campo, dallo Studio Giugiaro, allo Studio Pininfarina ed il suo binomio con la casa Ferrari.
La mostra è stata veramente molto coinvolgente è riuscita a farmi rivivere momenti emozionanti di storia e di vita; continuo a non essere una patita dell’auto, ma tornerei volentieri ad ammirare quei gioielli della tecnologia.
Questa volta ho dovuto ammettere che… “avevi ragione”.