dal libro”Eredità in Tacchi a Spillo”di Valentina Vignozzi

Vi siete mai posti la domanda di dove finiranno i vostri dati digitali dopo la vostra morte?
Mi riferisco ai beni personali digitali, come i nostri testi, i nostri contatti, le nostre foto, i video e le password, gli account, i profili sui social media, gli addebiti on line, ecc. ovvero tutto quello che sfugge alla tradizionale logica successoria dei beni patrimoniali.
Tutti questi beni da tutelare in caso di morte del proprietario costituiscono il nostro patrimonio digitale. Per questo motivo occorre redigere anzitempo un testamento digitale: per realizzarlo basterà compilare un mandato post mortem e designare una persona di fiducia che gestisca i profili.
Il mandato post mortem è un file nel quale dovranno essere inseriti tutti i dati (password, username, ecc) e le relative istruzioni riservate che verranno condivise solamente con la persona scelta dall’utente. Il file verrà stampato, inserito in busta chiusa e consegnato a un notaio che al momento opportuno provvederà a informare l’erede designato.
Quindi, per esempio, si avrà il diritto di decidere che fine faranno i nostri account social: se le proprie tracce digitali dovranno essere eliminate con la propria morte o se ciò che abbiamo scritto, condiviso online dovrà rimanere come ricordo per i posteri. Si potrà arrivare anche a poter selezionare che cosa potrà rimanere e che cosa invece dovrà essere cancellato.
Per capire l’importanza dei dati digitali vi racconto quanto accaduto ad una mia cliente: muore il marito, il quale premurosamente (ne aveva avuto il tempo) aveva stilato per la moglie una lista di cose da fare in caso di morte. Aveva previsto tutto, dai conti in banca alle polizze vita, dal fondo pensione, alle chiavi di tutte le case di loro proprietà, ecc. Aveva pensato anche a lasciare le password del computer e della mail ma, sfortunatamente, non quella dello smartphone, all’interno del quale erano custodite le loro foto più preziose, quelle degli ultimi anni insieme. Come fare senza password?
La signora ha provato a scrivere alla casa costruttrice ma non c’è stato niente da fare: la privacy è sacra, non si viola.
E quindi? È rimasto un profondo dispiacere… i ricordi a volte valgono più di certi conti in banca.