Jeff Koons – Shine

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Palazzo Strozzi

Firenze ospita la mostra di Jeff Koons, singolare artista contemporaneo, è visitabile a Palazzo Strozzi fino al 30 gennaio 2022.

Prima di recarmi a vedere questa esposizione, il cui lancio aveva avuto come padrino e madrina “i Ferragnez”, ho volutamente atteso e raccolto i pareri di chi vi fosse già stato.

Con mio grande stupore mi sono trovata di fronte a mille sensazioni diverse, c’era chi dimostrava un’ammirazione abbagliante, condividendo il messaggio dell’artista in tutta la sua espressione e chi  aveva un atteggiamento più negativo e deluso e si poneva sbeffeggiante verso questo scherzo espositivo.

Nessuno mi ha detto che “il tutto” lo avesse lasciato indifferente, almeno per quel che è stata la mia indagine…

La nostra Firenze Rinascimentale si sta aprendo oramai da un po’ di tempo a contemporanee espressioni artistiche attraverso mostre, istallazioni ed altri eventi.

Koons sfida Firenze con le sue opere le cui locations si integrano nel tessuto architettonico storicizzato di Palazzo Strozzi, sviluppando un contrasto armonico tra luce, colore e storia.

La lucentezza che ci propone l’artista con “Shine” appunto, rappresenta la ricerca della luce insita nell’essere umano e non solo, ma allo stesso tempo rappresenta anche quella voglia di apparire e di risplendere, così tipica del nostro tempo, che oserei definire “social-shine”.

Dalla metà degli anni 70’ Koons è celebre per l’utilizzo di materiali lucidi, luminosi riflettenti. Questa mostra è la prima a esplorare una caratteristica fondamentale della sua arte: lo shine (lucentezza) ovvero bagliore, il riflesso o la luce emessa da un oggetto.  La lucentezza è un fenomeno estetico che cattura e affascina l’occhio. Tuttavia si accompagna a questo, nell’accezione tedesca Shein, anche il significato di apparenza intesa come diversa dalla realtà, così come “sembrare” non è “essere”.

Koons con i colori vibranti, il brillante acciaio inossidabile, con una finitura a specchio vuole elevare gli stati d’animo ad un livello di euforia.

Le prime opere con questo materiale risalgono al 1986, per la serie “Luxury and Degradation”. Le superfici dei beni di lusso e degli oggetti decorativi sono spesso riflettenti e questo implica un senso di eccesso e decadenza. Tuttavia l’acciaio inossidabile è un materiale industriale non un bene di lusso.

“Per me l’acciaio  inossidabile è il materiale del proletario, è ciò di cui sono fatte le pentole e le padelle ….questi oggetti non ambiscono ad essere in un materiale davvero lussuoso. Le opere comunicano potere ed evitano il degrado.”

E poi c’è la serie Popeye del 2002, dove ricrea in alluminio giochi gonfiabili da piscina come Dolphin o ppure l’Incredibile Hulk, personaggio della Marvel Comics; Koons lo paragona ad una divinità orientale unendo un giocattolo gonfiabile ad uno strumento in ottone; in molte regioni orientali gli dei guardiani si annunciano facendo gran rumore da qui il collegamento ad uno strumento dalla sonorità imponente.

Concludendo questo percorso così insolito, chiacchierando con il servizio d’ordine dedicato al controllo delle opere esposte, sono venuta a sapere che è stato frequente, più del solito, il cercare di toccare le opere esposte, anche solo per un momento, da parte del pubblico…allora è proprio vero che siamo attratti dallo “Shine”!!??

Architetto progettista iscritta all’Ordine degli Architetti di Firenze dal 1998 . Consulente Tecnico del Tribunale di Firenze. Membro di Commissione edilizia per il Paesaggio fino al 2007, nei Comuni dell’ interland fiorentino. Specializzata in materia di sicurezza cantieri e sicurezza luoghi di lavoro D.Lgs. 81/08. Consulente aziendale esterno in materia di sicurezza, ricoprendo il ruolo di Responsabile del Servizio

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