
Un recente intervento legislativo ha introdotto la figura delle comunità energetiche rinnovabili prevedendo, contestualmente, due tipologie di contributi cumulabili (uno a fondo perduto e uno sotto forma di incentivo) per permettere alle persone di affacciarsi a questa nuova forma di alimentazione energetica.
La procedura di iniziazione prevede innanzitutto l’individuazione di altre persone che siano intenzionate a riunirsi per formare questa comunità energetica e la stipulazione di un atto costitutivo che preveda come oggetto sociale l’utilizzazione dei benefici ambientali, economici e sociali derivanti dalla comunità.
Una volta fatto ciò occorre individuare un’area libera dove installare gli impianti di trasformazione dell’energia, a cui tutti gli appartenenti alla comunità possano accedere.
Per quanto concerne gli incentivi, questi si applicano ad interventi su impianti con potenza nominale massima di 1 mW, installati entro il 31 marzo 2025. Il periodo in cui si ha diritto alla corresponsione del contributo, invece, è pari a 20 anni dalla data di entrata in funzione dell’impianto ma la domanda deve essere inoltrata entro 90 giorni dalla predetta data.
Gli incentivi sono suddivisi in 3 fasce sulla base della potenza dell’impianto:
– per gli impianti di potenza fino a 600 kW, la tariffa è composta da una componente di 60 euro per ogni megawattora e da una componente variabile che non può superare i 100 euro per MWh;
– per qli impianti di potenza compresa tra 200 kW e 600 kW, la componente fissa è di 70 euro, mentre quella variabile non può andare oltre 110 euro per MW:
– per gli impianti sotto o pari ai 200 kW, la componente fissa è di 80 euro, mentre quella variabile non può superare i 120 euro per megawattora.