
Come stabilito dalla Cassazione, il condomino che si appropri di energia destinata a servire impianti condominiali risponde del reato di furto aggravato e non di appropriazione indebita. Questa considerazione prende piede dal fatto che una volta che l’energia ha oltrepassato il contatore condominiale, questa appartiene soltanto alla comunità dei condòmini, che la utilizzano per assicurare l’alimentazione di impianti comuni, ed in nessun caso dei singoli autonomamente (salvo autorizzazioni o concessioni espresse dall’assemblea, in tal senso), neanche pro quota.